Nordio avvisa: un esito No al referendum sulla riforma della giustizia rischierebbe di invertire il rapporto tra politica e magistratura.
Il referendum sulla giustizia, previsto per la primavera 2025, come riportato da tgcom24.mediaset.it accende lo scontro tra politica e magistratura. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenuto al ventesimo congresso dell’Unione delle Camere Penali Italiane (Ucpi) a Catania, ha lanciato un monito severo sul rischio che la vittoria del fronte del No possa alterare gli equilibri istituzionali.
“Se dovesse vincere il ‘no’, se ci fosse l’alleanza con la magistratura, non sarebbe una vittoria del centrosinistra, ma delle Procure e noi torneremmo ancora a una Repubblica sottomessa o condizionata dai magistrati”, ha dichiarato il ministro, sottolineando come il vero nodo del dibattito sia il rapporto di potere tra politica e magistratura.
Nordio ha evidenziato come questo esito rappresenterebbe “un vulnus per la stessa parte politica che lo ha sostenuto”, evidenziando un possibile effetto boomerang per chi si schiera per il No.

La magistratura a rischio politicizzazione
Il ministro ha poi puntato l’attenzione sui rischi anche per la stessa magistratura. “Sarebbe pericoloso anche per la magistratura, perché se si ‘politicizzasse’, entrando in questo dibattito con un connotato non tecnico, non giuridico, ma politico, se venisse sconfitta, la sua sarebbe una sconfitta politica, e le sconfitte politiche non sono indolori, anzi, purtroppo si pagano”.
Un’esortazione forte quella del Guardasigilli, che invita a riportare il confronto su un piano tecnico e istituzionale. “Il mio auspicio è di tenere bassi i toni, come sempre auspicato anche dal presidente della Repubblica, ma di dare a questo referendum che ci sarà, e penso che sarà in primavera, il suo significato reale: quello di una discussione pacata, civile e tecnica su quello che è un argomento giuridico-istituzionale”.
Una sfida che va oltre i partiti
Il messaggio di Nordio è chiaro: non si tratta solo di un confronto tra destra e sinistra, ma di una sfida per la tenuta democratica del Paese. La giustizia, secondo il ministro, non può diventare terreno di scontro ideologico o elettorale, pena il rischio di compromettere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Il referendum sarà quindi decisivo per il futuro assetto della giustizia italiana, e Nordio auspica che il dibattito sia rispettoso del suo valore istituzionale.